trans
Usata (Racconto #6)
di travperte
01.08.2024 |
987 |
7
"Quando finalmente decise di liberarmi, mi guardò con soddisfazione, ma non smise di dimostrare il suo pieno dominio su di me, mi fece mettere a quattro..."
(continuazione Racconto #3)Le nostre sessioni erano sempre più intense e cariche di umiliazione e piacere estremo. Una sera, mi chiamò in un luogo isolato, un vecchio casolare perfetto per le nostre fantasie segrete. Quando arrivai, mi aspettava con un sorriso predatorio, pronto a spingermi oltre ogni limite.
Appena entrai, mi ordinò di spogliarmi completamente e di inginocchiarmi. Senza esitazione, obbedii, sentendo l’aria fredda sulla pelle nuda. Mi guardò con soddisfazione, poi tirò fuori il suo cazzo e iniziò a pisciarmi addosso. Il suo piscio caldo scorreva sul mio viso, sul collo, e giù per il mio corpo. Ogni getto era una dichiarazione del suo dominio su di me, e io lo accolsi con devozione, bevendo avidamente ogni goccia che riuscivo a raccogliere.
Dopo avermi pisciata completamente, mi tirò per i capelli e mi portò in bagno. Mi spinse a terra, faccia contro le piastrelle fredde. “Leccami il culo, troia,” ordinò. Mi posizionai sotto di lui, la faccia premuta contro il suo buco del culo. Iniziai a leccare con fervore, sentendo il sapore amaro e salato del suo sudore e del suo culo non lavato. Lui si sedeva sul bordo della vasca, rilassato e dominante, mentre io continuavo a leccare senza fermarmi.
Mi tenne lì per ore, alternando tra il farmi leccare il suo culo e pisciarmi addosso. Ogni volta che finiva di pisciarmi in bocca, mi ordinava di ingoiare tutto, senza lasciarne nemmeno una goccia. Il suo piscio era caldo e pungente, e io bevevo avidamente, desiderosa di compiacerlo.
Non si fermava solo al piscio. Ogni tanto si girava e sputava nel mio viso, ordinandomi di ingoiare anche quello. Ogni sputo era un ulteriore segno della sua dominazione, e io accoglievo tutto con gratitudine. Sentivo il sapore acre del suo sputo mescolarsi al piscio, un misto di umiliazione e piacere che mi avvolgeva completamente.
Ad un certo punto, decise di intensificare ancora di più il suo controllo. Mi fece stendere sotto la sua rim-chair, che utilizzò come suo trono personale: il suo buco del culo proprio sopra la mia bocca. “Apri bene, troia,” mi disse. Io obbedii, aprendo la bocca il più possibile. Sentii il suo buco del culo contrarsi sopra di me, una serie di scorregge nauseabonde ma al contempo eccitanti, riempivano la mia bocca.
Ogni suono volgare era un’ulteriore umiliazione, e mi ordinava di respirare profondamente. Sentivo l’odore pungente del suo gas riempirmi le narici, e lui rideva del mio sguardo umiliato ma devoto.
Quando finalmente decise di liberarmi, mi guardò con soddisfazione, ma non smise di dimostrare il suo pieno dominio su di me, mi fece mettere a quattro zampe e mi ordinò di aprire il culo con le mani, entro nel modo più rude possibile dentro di me senza alcun tipo di esitazione, rimase dentro di me iniziando a pisciare per un tempo imprecisato (ma quanto aveva bevuto?!) e scaricò ogni suo umore dentro il suo contenitore preferito.
“Sei, come sempre, la cagna più brava,” disse, accarezzandomi i capelli mentre mi lasciava lì, esausta e ripiena dei suoi umori.
Quella notte, sentii di essere stata completamente usata come la sua toilette personale, e sapevo che non vedevo l’ora di essere usata di nuovo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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